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IL GENOCIDIO CIRENAICO E LA STORIOGRAFIA COLONIALE
In una recente nota polemica un esponente della storiografia coloniale piú legata ai temi e miti del passato, Enrico De Leone, ha vivacemente attaccato un mío articolo di vari anni fa sulla repressione italiana della resistenza delle popolazioni cirenaiche culminata nel 193031, prendendo in particolare di mira l'espressione di genocidio che avevo usato per definire la politica di Mussolini e De Bono, Badoglio e Graziani I. Purtroppo il De Leone, invece di discutere i risultati di
t ENRICO DE LEONE, Il genocidio delle genti cirenaiche secondo G. Rochat, in « Intervento », 1979, tm. 3839, pp. 12 dell'estratto, che polemizza con La repressione della resistenza araba in Cirenaica nel 193031 nei documenti dell'archivio Graziani, in « Il movimento di liberazione in Italia », 1973, n. 110, pp. 339.
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questo e di altri miei studi paralleli 2, indulge in una polemica soltanto negativa che si limita a criticare le mie affermazioni con abbondanza di distorsioni, falsificazi[...]
[...]italiani danno totali assai piú bassi per la popolazione araba della Cirenaica, intorno ai 140.000. Queste cifre vanno prese con qualche cautela; in particolare il censimento del 21 aprile 1931, che dà un totale di 142.000 arabi 6, non è attendibile perché non tiene conto della deportazione in corso della popolazione, ma continua a dare come dimoranti nelle regioni di origine gli 80.000 seminomadi che, secondo una lettera di Graziani al ministro De Bono, alla stessa data erano rinchiusi nei campi di concentramento tra Bengasi e la Sirtica 7. Dovrebbe invece essere utilizzabile il censimento del 1936, quando ormai la Cirenaica era pacificata, i campi di concentramento disciolti e iniziato il rientro dei profughi dall'Egitto: ebbene, questo censimento dà una popolazione araba di 142.500 anime (E. Migliorini, Il territorio, cit., p. 98).
Si ha quindi la scomparsa di circa 60.000 persone tra le valutazioni ufficiali degli anni Venti ed i censimenti degli anni Trenta. In piccola parte si tratta di un'emigrazione forzata verso l'Egitto, che nel 1[...]
[...]dizi di EvansPritchard regolarmente citato.
6 Il De Leone rettifica questa cifra in 136.200 (Il genocidio cit., p. 4) perché dimentica la popolazione delle zone desertiche, che porta appunto la popolazione araba della Cirenaica a 142.000. Un altro grossolano errore del De Leone a p. 11, dove Omar alMukhtar diventa « successore » del senusso Mohammed Idris, anziché suo rappresentante generale sul Gebel.
7 Il vicegovernatore Graziani al ministro De Bono, 2 maggio 1931, in ASMAI (archivio storico del ministero dell'Africa italiana), posizione 150, cartella 22, fascicolo 98. Nella preparazione della sua opera La colonizzazione dell'Africa del nord (Padova, Cedam, 1960) il De Leone aveva visto questo archivio e questo stesso fascicolo, senza però utilizzare i documenti che avrebbero offuscato il quadro idilliaco da lui fornito della « pacificazione » della Cirenaica.
8 Graziani ed EvansPritchard, con valutazioni separate, fanno ascendere a 20.000 anime l'emigrazione forzata in Egitto negli anni della repressione. Secondo il « Bollettino inform[...]
[...]che tace sulle operazioni di riconquista e pacificazione della Libia (come poi sulla repressione della resistenza abissina) e sulle responsabilità personali del dittatore, sempre minutamente informato e spesso incitatore a nuovi massacri 16
E allora ribadiamolo chiaramente, senza badare alle proteste dei colonialisti nostalgici: per schiacciare la disperata resistenza delle popolazioni del Gebel cirenaico, Badoglio e Graziani (subito coperti da De Bono e Mussolini) non esitarono a pianificare un autentico genocidio, che coinvolse approssimativamente 120130.000 seminomadi, in pratica tutti gli abitanti del Gebel e delle regioni predesertiche. Scriveva Badoglio dando il via alle operazioni di deportazione: « Bisogna anzitutto creare un distacco territoriale largo e ben preciso tra formazioni ribelli e popolazione sottomessa. Non mi nascondo la portata e la gravità di questo provvedimento, che vorrà dire la rovina della popolazione cosiddetta sottomessa. Ma ormai la via ci è stata tracciata e noi dobbiamo perseguirla sino alla fine, anche se d[...]
[...]molti di essi la morte; da ottanta a centomila furono invece deportati in cinque grandi campi di concentramento e in una diecina di minori, situati tra Bengasi e elAgheila, cioè in una regione povera di acqua e di risorse 18. Il loro bestiame fu massacrato
13 E. E. EVANSPRITCHARD, op. cit., p. 189; CARLO GIGLIO, La confraternita senussita dalle sue origini ad oggi, Padova, Cedam, 1932, p. 144.
14 Il vicegovernatore Graziani a Balbo, Badoglio e De Bono, 26 aprile 1934, in ACSFG (archivio centrale dello stato, fondo Graziani) busta 5, fascicolo 9, sottofascicolo 6.
15 Anche J. L. MIEGE, pur dando cifre lievemente diverse, arriva alle stesse conclusioni: « La `pacification' avait, entre 1926 et 1932, entraîné la disparition de près de 9/10° du cheptel (réduit de 898.000 à 106.000 têtes) » (op. cit., p. 180).
16 Rinvio alla mia recensione Il quarto volume della biografia di Mussolini di Renzo De Felice, in « Italia contemporanea », 1976, n. 122, pp. 89102.
17 Il governatore Badoglio al vicegovernatore Graziani, 20 giugno 1930, in ACSFG, b.1[...]